Se
l'oleografia popolare ci tramanda frequentemente il bozzetto suggestivo
del golfo di Napoli incorniciato dal profilo fumante del Vesuvio, sia
che si tratti di antiche stampe o pitture, sia che si tratti di sbiadite
cartoline, non bisogna dimenticare la realtà di questo vulcano attivo,
situato 12 Km a sud-est della città. Allo stesso modo se il Vesuvio è
parte integrante del paesaggio napoletano, esso ha di fatto condizionato
la vita stessa e la storia di un vastissimo territorio. Unico esempio
di vulcano in attività nella porzione continentale dell'Europa, è
caratterizzato da un profilo tronco-conico e da una complessa struttura
morfologica. L'apparato vulcanico del Vesuvio, riconducibile al tipo dei
vulcani a recinto, presenta due entità morfologiche ben delineate e
distinte: il Monte Somma ed il Vesuvio propriamente detto.
Il
primo rappresenta la struttura vulcanica originaria che si innalza sino
a 1132 m, mentre il secondo, noto anche come Gran Cono, è situato
all'interno del grande recinto, posizionato eccentricamente verso sud, e
raggiunge attualmente un'altezza di 1172 m.
L'orlo
craterico del monte Somma sviluppa una circonferenza di quasi 11 Km,
mentre quello del Vesuvio misura circa 1500 m. Il gran cono è separato
dal recinto vulcanico primario del Somma dalla cosiddetta valle del
Gigante, a sua volta distinta in atrio del Cavallo (ad ovest) e valle
degl'Inferno (ad est). Geologicamente costituitesi nella tarda età
pleistocenica, il vulcano vanta una lunga attività riassumibile in
quattro fasi: Somma primitivo, Somma antico, Somma recente e Vesuvio.
Tra le più note eruzioni, delle quali abbiamo testimonianze certe,
figurano quella catastrofica del 24 agosto del 79 d.C. - che rase al
suolo Pompei, Ercolano e Stabia - e quelle del 472, 685, 1036, 1139,
1631, 1737, 1794, 1822, 1855, 1858, 1861, 1872, 1906, 1929 (consulta la
pagina
Napoli ed il Vesuvio).
L'ultima eruzione, quella del marzo 1944, distrusse le località di San
Sebastiano al Vesuvio e di Massa di Somma, denunciando in maniera
inequivocabile i rischi ed i limiti della smisurata urbanizzazione
sviluppatasi alle pendici del vulcano. Quest'ultima persiste tutt'oggi
in misura inopinata, quasi a voler rinnovare l'eterna sfida dell'uomo
all'inquieta montagna.
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